L’epigenetica: il codice dinamico dei geni

Negli ultimi anni, l'epigenetica si è rivelata una delle frontiere più stimolanti della biologia, mettendo in luce come l'ambiente, le emozioni e le esperienze quotidiane possano influenzare l'espressione fenotipica dei nostri geni – anche senza modificarne il codice. Per una persona Neurodivergente, indipendentemente dall'età anagrafica, questo campo di ricerca può offrire nuove chiavi di lettura sul proprio vissuto, sul modo unico di percepire il mondo e sulle risposte del corpo e della mente a stimoli esterni.

Epigenetica: alla radice del cambiamento

Ognuno di noi nasce con un patrimonio genetico unico e stabile: il DNA, la “mappa” biologica con cui nasciamo e che ci accompagna per tutta la vita.

Tuttavia, oltre al patrimonio genetico, esiste in ognuno di noi un livello più dinamico e modificabile che influenza profondamente il modo in cui i nostri geni possono essere attivati o disattivati.

Questi meccanismi sono noti come epigenetica.

L’epigenetica rappresenta quell’insieme di meccanismi che regolano l’espressione dei nostri geni, senza alterare il codice genetico stesso. In altre parole, è ciò che dà “voce” ai geni, decidendo quali attivare, quali disattivare, quando e con quale intensità. Fattori come lo stile di vita, l’ambiente, le relazioni, lo stress e persino il movimento corporeo, se abbastanza costanti nel tempo, possono influenzare questi meccanismi epigenetici.

Queste conoscenze hanno un valore davvero rivoluzionario e trasformativo: ci mostrano che, anche se non possiamo cambiare il nostro DNA, possiamo intervenire attivamente sull’ambiente interno ed esterno per orientare il nostro benessere. Per questo è fondamentale che ogni persona – e ogni professionista della salute, dell’educazione o della relazione – riconosca l’importanza di integrare nella propria pratica strumenti che agiscano anche a livello epigenetico.

Solo così sarà possibile promuovere un cambiamento profondo e duraturo, non solo sul piano del comportamento, ma anche a livello biologico, emozionale, energetico e relazionale. Un cambiamento che guarda alla persona nella sua interezza, verso un benessere globale e integrato.

Geni e ambiente: un dialogo continuo

Spesso si è portati a pensare che i geni siano una sorta di destino scritto. L’epigenetica, invece, ci racconta una storia diversa: i geni possono essere “accesi” o “spenti” in base a segnali provenienti dal contesto in cui viviamo e in base alle scelte che compiamo ogni giorno, anche rispetto alla qualità che desideriamo raggiungere nella nostra vita. Stress prolungato, esperienze sensoriali intense, uno stile nutrizionale infiammatorio, relazioni significative non allineate o situazioni invalidanti possono influenzare direttamente questi meccanismi.

Per le persone neurodivergenti, che vivono spesso esperienze sensoriali ed emotive amplificate o atipiche, questo dialogo tra corpo, mente e ambiente può essere ancora più marcato. Comprendere come funziona tutto questo può aiutare a costruire strumenti di autodeterminazione e benessere più adatti alle proprie specificità.

Epigenetica e neurodivergenze: una lettura inclusiva

Nel contesto delle neurodivergenze (autismo, ADHD, disturbi dell'apprendimento, alto potenziale cognitivo, plusdotazione cognitiva, alta sensibilità ) è fondamentale riconoscere che le differenze individuali non sono mancanze o difetti da correggere, ma varianti naturali del nostro essere esseri umani.

L’epigenetica rafforza questa visione: non esiste un’unica traiettoria che si possa considerare “normale”, ma tante differenti possibilità che si modellano attraverso l'interazione con l’ambiente.

Le risposte neurobiologiche possono variare molto da persona a persona: una stessa esperienza, ad esempio un ambiente caotico o una relazione disfunzionale, può attivare meccanismi epigenetici differenti a seconda della sensibilità individuale.

Questo ci invita a ripensare anche gli approcci terapeutici ed educativi, mettendo al centro l’ascolto, la personalizzazione e il rispetto della neurodiversità non solo a livello teorico, ma anche e soprattutto pratico.

Coltivare ambienti favorevoli al benessere epigenetico

Se l’ambiente ha un impatto così significativo sull’espressione fenotipica dei geni, allora diventa essenziale costruire spazi – fisici, relazionali, digitali – che siano sicuri, accoglienti e stimolanti in modo sostenibile.

Per le persone neurodivergenti, questo può significare ambienti sensorialmente regolati, routine flessibili, comunicazione chiara, relazioni basate sul consenso e sul rispetto.

L’epigenetica non ci offre risposte definitive, ma strumenti per capire meglio noi stessi e creare le condizioni per stare bene, ognuno a modo proprio.

Promuovere ambienti di vita e di apprendimento favorevoli può contribuire a un'espressione dei nostri geni più equilibrata, supportando il benessere di ogni tipo di corpo e mente.

Epigenetica, stile di vita e salute nelle persone neurodivergenti

Sempre più studi mostrano come lo stile di vita possa influenzare l’attività epigenetica, modificando il modo in cui i geni vengono espressi. Questo vale per tutti, ma assume un’importanza particolare nel caso di bambini, adolescenti, genitori e adulti neurodivergenti, che spesso vivono in modo più intenso l’impatto di fattori ambientali come lo stress, la qualità del sonno, l’alimentazione, l’attività fisica e la regolazione sensoriale.

Ad esempio, una dieta sbilanciata, l’esposizione continua a stimoli disturbanti o la mancanza di riposo possono alterare i meccanismi epigenetici legati alla gestione dell’umore, alla memoria e alla risposta allo stress. Al contrario, abitudini salutari – come una nutrizione varia e anti-infiammatoria, un ambiente sensorialmente adeguato, routine sostenibili e l'attività fisica regolare – possono promuovere un’espressione genica più equilibrata e sostenere il benessere globale.

Per una persona neurodivergente, “stare bene” non significa adattarsi a modelli standard, ma trovare condizioni rispettose e sintoniche con il proprio funzionamento. La salute neurodivergente è profondamente connessa alla possibilità di personalizzare il proprio stile di vita in base ai segnali del corpo e alle proprie necessità neurobiologiche.

Promuovere la consapevolezza sul legame tra epigenetica e stile di vita permette quindi di offrire strategie più efficaci e inclusive, che tengano conto delle specificità individuali e valorizzino la diversità.

Abitudini che rispettano il ritmo: cura e epigenetica per ogni tipo di corpo e mente

Integrare abitudini quotidiane che supportano il benessere non significa uniformarsi, ma rispettare il proprio funzionamento neurobiologico. Ecco alcune strategie che possono aiutare a sostenere l’equilibrio epigenetico di ogni persona, dall'età evolutiva all'età adulta:

Ambiente e stimoli sensoriali

  • Crea spazi tranquilli e regolabili (luci soffuse, suoni controllati, oggetti tattili rassicuranti)
  • Riduci l’esposizione a stimoli caotici o imprevedibili
  • Usa cuffie, occhiali da sole o strumenti sensoriali quando necessario

Alimentazione e integrazione

  • Scegli una dieta variata, ricca di nutrienti (omega-3, vitamine del gruppo B, antiossidanti) e anti-infiammatoria
  • Evita picchi glicemici o carenze prolungate
  • Consulta un/a nutrizionista esperto/a e specializzato/a in nutrizione anti-infiammatoria e che possa aiutarti anche a riconoscere se ci sono selettività alimentari legate a sensibilità sensoriali

Sonno e routine

  • Costruisci routine prevedibili, tenendo conto dei ritmi circadiani del tuo corpo
  • Proteggi il ritmo sonno-veglia
  • Evita stimoli attivanti prima di dormire (schermi, cibi pesanti, luci blu)

Movimento e autoregolazione

  • Scegli attività motorie compatibili con le tue preferenze (camminate, stretching, danza, sport individuali) soprattutto in orari allineati ai tuoi ritmi circadiani: ad esempio tra le 6 e le 8 del mattino è un ottimo orario da un punto di vista biochimico!
  • Inserisci momenti di camminate in natura
  • Integra momenti di pausa o movimento tra compiti cognitivi
  • Ascolta il corpo: il movimento può essere una risorsa di autoregolazione che può aiutarti anche a migliorare l'umore, la salute e la forza motivazionale

Relazioni e stress sociale

  • Cerca relazioni basate su ascolto, autenticità e reciprocità
  • Impara a riconoscere e rispettare i tuoi segnali di sovraccarico
  • Usa strumenti di comunicazione alternativa o semplificata, se aiutano a ridurre lo stress relazionale

Il nervo vago: un ponte tra corpo, emozioni e salute epigenetica

Uno degli attori chiave nel dialogo tra mente, corpo e ambiente è il nervo vago, il più lungo dei nervi cranici, che connette cervello, cuore, polmoni, intestino e altri organi vitali. È centrale nella regolazione del sistema nervoso autonomo, in particolare nella risposta parasimpatica, quella che favorisce rilassamento, digestione, riposo e connessione sociale.

Per le persone neurodivergenti, il nervo vago gioca un ruolo ancora più rilevante, poiché è coinvolto nella gestione delle risposte sensoriali, dell’ansia, della regolazione emotiva e nei processi di autoregolazione. Alterazioni del tono vagale sono state osservate, ad esempio, in alcune persone autistiche o ADHD, influenzando la capacità di passare da stati di allerta a stati di calma.

Recenti studi suggeriscono che l’attività del nervo vago può modulare meccanismi epigenetici, influenzando la produzione di neurotrasmettitori, l’infiammazione e perfino l’espressione genica legata allo stress. Questo significa che pratiche che stimolano il tono vagale – come la respirazione profonda, il canto, l’esposizione alla natura, l’abbraccio sicuro, il tocco affettivo o anche la stimolazione vagale non invasiva – possono non solo migliorare il benessere percepito, ma anche attivare processi di riequilibrio biologico.

Integrare la conoscenza del sistema vagale nei percorsi di supporto alle neurodivergenze non significa medicalizzare, ma ampliare le risorse. È un invito a lavorare in armonia con il corpo, a partire da ciò che fa sentire al sicuro, radicati/e e vitali.

Conclusioni: verso un approccio che sia sempre più integrato

Quando si parla di benessere e cambiamento nella vita di persone e Famiglie neurodivergenti, è fondamentale superare l’idea di interventi unidirezionali o standardizzati.

Le scoperte sull’epigenetica ci mostrano quanto la salute sia il risultato di una rete complessa di relazioni: tra geni, ambiente, stile di vita e vissuto emotivo. Per questo, è necessario adottare un approccio integrato, che tenga insieme dimensioni biologiche, psicologiche, sensoriali e sociali.

Un percorso di cura davvero efficace non può prescindere dall’ascolto delle specificità individuali, dalla personalizzazione degli strumenti e dal rispetto delle identità e unicità di ogni persona neurodivergente. Questo significa lavorare non solo sul sintomo o sul comportamento, ma anche sul contesto in cui la persona vive, studia, lavora, si relaziona. E costruire alleanze multidisciplinari tra professionisti, famiglie, educatori e, soprattutto, con la persona stessa, che resta e resterà sempre la migliore esperta della propria esperienza.

Integrare neuroscienze, epigenetica, psicologia, medicina integrata e pratiche relazionali inclusive non è solo una scelta etica, ma una necessità per promuovere un cambiamento che sia davvero sostenibile, rispettoso e realmente trasformativo.

Riferimenti scientifici

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